Ancelotti addio, il Real saluta Re Carlo dopo anni di trionfi
Il mister di Reggiolo è il più vincente nella storia della Madrid e della Champions League
“La mia sensazione è che a 66 anni sarò l’allenatore del Brasile. È una grande sfida, ma sono ancora l’allenatore del Madrid e voglio concludere bene l’ultima parte di questa fantastica avventura. Devo pensare ai giorni che mi restano qui, per il rispetto che nutro per questa squadra e per i suoi tifosi. Il calcio, come la vita, è un’avventura che inizia e finisce. Ho sempre pensato che un giorno tutto sarebbe finito. Un periodo molto bello sta per finire. Mi sono divertito molto. Ma come in tutte le cose della vita, arriva un momento come questo. Se la vita finisce, immagina se non può finire l’avventura in una squadra di calcio. Non ho mai avuto problemi con il club e non ne avrò mai. Il comunicato? Lo rilasceranno quando riterranno opportuno. È un club che custodisco nel mio cuore e che terrò lì anche quando questa avventura sarà finita. Sta per finire, dopo alcuni anni in cui abbiamo vinto molti titoli, questo ricordo fantastico durerà tutta la vita”.
La fine di un’epoca, l’inizio di un’altra, lontano però da Madrid, quella che a lungo è stata ‘su casa’. Difficile immaginarselo altrove Carlo Ancelotti, nonostante il passato ci ha insegnato che il tecnico di Reggiolo sia stato abile e arruolabile ovunque in Europa e, tra poche settimane, anche nel mondo, col Brasile che lo aspetta a braccia spalancate per agguantare insieme e il prima possibile il prossimo Mondiale.
Le parole di qui sopra, fanno riferimento all’ultima conferenza di Carlo Ancelotti, che precederà le ultime due della stagione di un Real che ha deluso, profondamente, nonostante le stelle (Mbappe, Bellingham e via così), e che verrà ricordata più per l’addio di Re Carlo, che per tutto il resto, viste le scoppole prese in giro in Spagna e in Europa (fuori malamente ai quarti di Champions contro l’Arsenal). Ma Madrid, anche una stagione del genere, ad Ancelotti la perdona, dopo tutti i successi sollevati al cielo insieme, nella prima e nella seconda parentesi ‘blanca’.
Rey Carlo: il mister più vincente della storia del Real
Ma anche in una delle sue peggiori stagioni del passato recente, il Real e Ancelotti hanno comunque trovato il modo di vincere un trofeo, al Lusail di Doha in Qatar, lo scorso dicembre: la Coppa Intercontinentale.
Con quel titolo infatti, vinto battendo 3-0 i messicani del Pachuca (con le reti di Mbappé, Rodrygo (53') e Vinicius Jr), i trofei vinti da Carlo Ancelotti sulla panchina del Real Madrid sono diventati 15, uno in più di Miguel Munoz, che allenò i blancos tra il 1960 e il 1974. Tra le due esperienze sulla panchina del Real, l’ex tecnico di Milan, Napoli, Everton e tante altre, ha conquistato due campionati spagnoli (2021-22 e 2023-24), due Coppe di Spagna (2013-14- e 2022-23), due Supercoppe di Spagna (2022 e 2024), tre Champions League (2013-14, 2021-22 e 2023-24), tre Supercoppe UEFA (2014, 2022 e 2024), due Coppe del mondo per club (2014 e 2022) e una Coppa Intercontinentale FIFA, quest’ultima vinta ieri. Per Munoz, invece, tra i trofei vinti con i blancos ci sono ben nove campionati spagnoli (record), due Coppe di Spagna, due Coppe dei Campioni e una Coppa Intercontinentale.
Carlo nell’olimpo del calcio, e non potrebbe essere altrimenti, anche perché lo stesso Ancelotti è tuttora l’allenatore più vincente della storia della Champions League (o Coppa dei Campioni), con cinque successi (oltre ai tre con il Real vanno aggiunte le due vittorie con il Milan nel 2002-03 e 2006-07), davanti a Pep Guardiola, Bob Paisley e Zinedine Zidane (a quota tre).