Alexandre Pato: la breve favola del campione di cristallo

Pubblicata il 21/04/2022
Alexandre Pato: la breve favola del campione di cristallo
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Ora è di base a Orlando, il regno dei parchi giochi statunitensi, lui che arrivò giovanissimo da protagonista in un Milan sinonimo di spettacolo vero. Alexandre Pato, brasiliano classe 1989, ora in forza all’Orlando City Soccer Club nella MLS statunitense, ha ancora un legame stretto con il club rossonero a quasi un decennio di distanza, società dove tornerebbe volentieri anche oggi, come ammesso candidamente nel corso di una recente intervista. Lui, arrivato a appena maggiorenne in una squadra di fenomeni appena laureatasi campione d’Europa e del mondo, da “craque” del calcio sudamericano come testimoniato dai 12 gol messi insieme all’Internacional, tra cui quello in semifinale del Mondiale per Club a soli 17 anni e 100 giorni, battendo il precedente record di Pelè come marcatore più giovane in una competizione Fifa. Un talento precoce, amante dei record e degli esordi da favola. Indimenticabile quello con il Milan, in un San Siro tutto esaurito curioso di vedere il “Papero” brasiliano. La partita non delude le aspettative, uno spettacolo in salsa brasiliana, nel trio con il “Fenomeno” Ronaldo, autore di una doppietta e Kakà, fresco Pallone d’Oro, anche lui in rete quella sera. Sembrava l’inizio di una lunga storia d’amore che lo portò ad essere il diciannovenne più prolifico degli ultimi 75 anni di Serie A, lo straniero più rapido a raggiungere quota 50 gol nel campionato italiano – record solo avvicinato da Dusan Vlahovic lo scorso sabato – prima che gli infortuni iniziassero ad avere la meglio su un giocatore devastante negli ultimi metri, capace di segnare in tutti i modi. Dopo le ultime 25 presenze in un anno e mezzo, a neanche 24 anni, il Milan decide di “scaricare” un calciatore da 150 partite e 63 gol, cedendolo al Corinthians. Da quel momento inizia la parabola discendente, di un progetto di fenomeno con già 27 presenze nella Selecao, che tornerà in Europa solo per due fugaci apparizioni con Chelsea e Villarreal. Era un predestinato, ma a spuntarla sono stati i tanti problemi fisici per quello che resterà uno dei più grandi “what if” del calcio moderno.