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Premier League

22/08/25, 15:30

West Ham-Chelsea, una rivalità tra due mondi opposti: la storia del derby di Londra

Una partita storica tra due squadre legate da una rivalità con origini profonde e durature, una sfida che richiama alla mente tradimenti e bandiere: il racconto del derby tra West Ham e Chelsea

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La seconda giornata di Premier League è ormai alle porte. A inaugurarla sarà una di quelle partite che sulle spalle portano i segni di una storia centenaria, di tradizioni che negli anni l’hanno resa affascinante agli occhi del popolo inglese e di quello estero. Da una parte i martelli dell’Est, dall’altra il blu del cielo che domina l’Ovest di Londra. Due volti di una città che si mettono a confronto, che si sfidano l’uno con l’altro per scrivere un’altra pagina del dominio londinese. Il derby tra West Ham e Chelsea è uno dei tanti della Capitale d’Inghilterra, ma al contempo uno dei più attesi, amati, apprezzati e sentiti anche oltremanica.

Da dove nasce la rivalità?

La rivalità tra queste due formazioni ha poco a che vedere con i risultati sportivi. Il Chelsea è sempre stata una delle squadre storicamente più importanti della Premier League, il West Ham è più abituato a competere nella zona centrale della classifica, muovendosi in alto o in basso a seconda delle annate. La rivalità tra Hammers e Blues, infatti, sboccia dalla tradizione che mette uno davanti all’altro due mondi opposti: l’eleganza dell’ovest e la tenacia dell’est. Il Chelsea è sempre stato visto come la squadra nobile di Londra, la sua una tifoseria lussuriosa e ambiziosa: quelli vestiti eleganti che puntavano a vincere ogni anno. Insomma, l’esatto opposto del West Ham, nato, invece, da una storia operaia, proveniente dai bassi fondi di una città frenetica e che il suo popolo ha sempre difeso con ostinazione e fierezza la propria origine.

La storia di Frank Lampard

Quello tra West Ham e Chelsea è un derby carico di tensione socioculturale, ma anche ricco di tradimenti che hanno aumentato a dismisura l’odio sportivo tra le due tifoserie. Il nome che più di tutti ha infiammato l’astio è quello di Lampard. Se fino agli anni 2000 questo cognome era senso di appartenenza e di enorme orgoglio, con il nuovo Millennio è stato infangato con una scelta mai digerita. Il riferimento è ovviamente a Frank Lampard, ma badate bene: non parliamo della stessa persona o, per lo meno, solo in parte.

Frank Lampard Senior, infatti, è stato un pilastro degli Hammers per un intero ventennio. Una bandiera e un simbolo per la tifoseria del West Ham, squadra con la quale vanta 670 presenze e due FA Cup: non una banalità per i calciatori che hanno scelto di diventare Irons per tutta la vita. Prima da giocatore e poi da secondo allenatore, alle spalle di Harry Redknapp, Lampard senior si è conquistato la passione e l’amore di un intero popolo.

A rovinare la sua immagine, però, fu il figlio. Frank Lampard Junior si presenta ai tifosi del West Ham come la nuova promessa proveniente dal settore giovanile e destinata a ripercorrere le ombre del padre. Fa il suo esordio in Premier con la casacca ‘Claret and Blue’ e arriva a giocare per gli Hammers 186 volte in 6 anni tra il 1995 e il 2001. L’arrivo del nuovo Millennio, però, segna la fine tra Frank e il West Ham. A chiamarlo è il Chelsea, lui sceglie di trasferirsi e di diventare una bandiera di quel club che, com’era stato per suo padre, avrebbe dovuto rappresentare anche per lui l’acerrimo rivale.

Terry, il fanciullo traditore

Una decisione che non verrà mai perdonata dai tifosi Irons, costretti a scindere il nome Frank Lampard in due parentesi distinte ed opposte. Eppure, lo storico capitano dei Blues non fu l’unico a fare quella scelta. Qualche anno prima, mentre Lampard esordiva con il West Ham, a spostarsi dalla parte opposta di Londra e ad accettare l’offerta del Chelsea fu un giovanissimo John Terry. Anche lui diventato bandiera del club, che all’età di 15 anni decise di ‘tradire’ gli Hammers per proseguire il proprio percorso nel club rivale.

Joe Cole, un altro tradimento della classe ’80

Frank Lampard del 1978, John Terry del 1980. Forse era l’aria che si respirava in quegli anni nell’Est di Londra a spingere i giocatori a voltare le spalle al West Ham e proseguire la propria carriera nel Chelsea, diventandone a loro modo simboli e idoli della tifoseria Blues. A seguire il percorso di Lampard e di Terry, fu nel 2003 anche Joe Cole. L’ex esterno classe 1981, nel 2003 decise di abbracciare il progetto del Chelsea, raggiungendo dall’altra parte di Londra i suoi ex compagni.

Tradizione e tradimenti: oggi si torna in campo...

Insomma, non c’è due senza tre come si suol dire. Quelle di Lampard, Terry e Cole sono alcuni dei tradimenti più odiati da parte della tifoseria del West Ham, costretta a rinunciare ad alcuni dei propri idoli per una questione di blasone e, in alcuni casi, anche economica. Costretti a veder macchiare il nome di Frank Lampard da un figlio non volenteroso di seguire le orme del padre, uno dei pochi a legarsi indissolubilmente al club, al punto da diventarne simbolo intoccabile della storia e volto di una rivalità che oggi, alle ore 21.00, si riverserà sul terreno di gioco del London Stadium.