Ventuno anni fa l'ultimo acuto dell'Under 21: riusciremo a ripeterci

L'8 giugno del 2004 a Bochum il trionfo azzurro dei ragazzi di Claudio Gentile. Poi (quasi) il nulla

Pubblicata il 12/06/2025
Ventuno anni fa l'ultimo acuto dell'Under 21: riusciremo a ripeterci
Quando il tricolore del calcio tornerà a sventolare per davvero?

Ventuno anni e sentirli tutti, nonostante un trionfo mondiale e uno europeo, ma sempre con l’impressione che poco o nulla sia cambiato in un panorama che tanto aveva dato ad uno sport nei decenni precedenti. Emozioni e campioni, dall’’82 al 2006, da Madrid a Berlino, con in mezzo delusioni e imprese, sempre con un’identità e un marchio ben preciso, guadagnandosi il rispetto di tutto e tutti.

Ci sono voluti 20 anni per dilapidare tutto ciò, mancando due partecipazioni ai Mondiali (2018 e 2022) – e mettendo, ad oggi, a serio rischio la terza in fila -, giocandone un paio da incubo, alternando a questi dei campionati Europei con troppi alti e bassi, e mai convincenti del tutto.

In poche parole, come usa dire in questi giorni e in queste ore, è un’Italia da rifondare. Ma per quante volte e per quanto tempo saremo ancora costretti a dire ciò?

De Rossi, Bovo e Gilardino sul tetto d’Europa in Germania. Le “prove” del 2006

Ventuno anni fa, l’illusione che l’Italia avrebbe proseguito con i suoi successi o comunque confermandosi al vertice, nel continente e nel mondo. Invece, il trionfo degli azzurrini nell’Europeo tedesco Under 21 nel 2004 coincise con l’inizio di una fine lenta e tormentata.

Facciamo un salto indietro. Inizio estate 2004, l’Italia dei giovani allenata da Claudio Gentile si affaccia alla rassegna tedesca con buone prospettive e soprattutto belle ambizioni, infarcita di campioni che già nella Serie A dei tempi si erano messi in mostra con discreto successo. Su tutti il bomber, Alberto Gilardino, che a Parma aveva spaccato una porta dopo l’altra.

Ed è proprio il “Gila” a cercare di riaprire il match complicato al debutto contro la Bielorussia a Bochum, senza riuscirci però interamente: finirà 1-2, con Kirenkin e il talento dell’Arsenal Hleb, a mandare al tappeto l’Italia.

Spalle al muro e obbligata a vincere, così la Nazionale si è ritrovata due giorni più tardi sempre a Bochum, per sfidare l’allora Serbia e Montenegro. E che problema c’è? Ci pensa Sculli: doppietta, a cancellare anche il brivido procurato nel finale da Vukčević.

Alla terza del girone, contro la Croazia, l’Italia riesce a ripetersi. Basta un gol del giovane, ma già decisivo, Daniele De Rossi: un 1-0 con cui l’Italia ipoteca il primo posto nel girone a sei punti. Ad attendere, in semifinale, il Portogallo.

Che gli azzurri spazzano letteralmente via. Gilardino torna a suonare il violino, per ben due volte, e Pinzi chiude i giochi, dopo che i lusitani l’avevano riaperta con Pedro Oliveira. E’ finale.

Bochum, 8 giugno 2004, la festa sarà lì. Di fronte ancora la Serbia e Montenegro, reduce dalla semifinale vinta contro la temutissima Svezia di Elmander e Rosenberg, unica a punteggio pieno in tutto il torneo.

Ma gli azzurri sono più forti e lo dimostrano sul campo. Ancora De Rossi, dopo 32 minuti, prima dei sigilli finali di Bovo e Gilardino.

Sarà il quinto e fin qui ultimo europeo dell’Under 21, dopo quelli vinti nel periodo d’oro (’92, ’94, ’96 e 2000). L’ultimo prima del secondo posto del 2013 in Israele, quando ci illudemmo di poter rivedere presto un’altra Italia con nuovi campioni da scoprire e vivere.

Invece niente, solo bocconi amari, durissimi da mandare giù.