Nove anni fa, l'ultima Lazio senza coppe
Era dalla stagione 15/16 che i biancocelesti non rimanevano a bocca asciutta. Dal sogno Champions al nulla
Sulla cresta dell’onda fino a dicembre, leggiadra e vincente, libera da pressioni e lanciata dall’entusiasmo di un progetto nuovo, con un nuovo allenatore e i risultati tutti dalla sua parte. La Lazio, quest’anno, è durata finché ha potuto, prima di crollare, proprio sul più bello.
E la classifica di conseguenza, con i biancocelesti, è stata spietata: settimo posto dopo un’ultima giornata thrilling e nemmeno la Conference League tra le mani, ma solo un pugno di mosche (in virtù del successo in Coppa Italia del Bologna, nono ma con l’Europa in tasca già da metà maggio).
Non proprio l’epilogo sperato, nella sera in cui la matematica teneva ancora aperte le porte per un possibile assalto alla Champions, svanito col passare dei minuti e con le notizie che piano piano venivano trasmesse alla capitale, da Torino a Venezia, passando anche per Udine. Per una notte da incubo.
Niente coppe per la Lazio: da quanto non accadeva?
Sessantacinque punti non sono bastati per l’Europa, e dire che in certi anni, con alcuni in meno, un’Europa League sarebbe stata al sicuro. Invece no, nemmeno la Conference, l’ultima speranza che era rimasta viva dopo le già citate brutte notizie che piovevano come frecce sull’Olimpico, mentre il Lecce maramaldeggiava in 10 contro 11, strappando una sofferta quanto preziosa e storica salvezza.
La Lazio ci ha provato in tutti i modi, anche inserendo l’uomo della provvidenza, il giocatore che ha scucito lo Scudetto all’Inter a San Siro, Pedro. Ma a questo giro, niente gol, niente danze. Zero a uno, e fine della storia.
E pensare che fino a quel 0-6 contro l’Inter del 16 dicembre, la squadra di Baroni era lassù, forte di una serie di risultati esaltanti, tra Serie A ed Europa League, lì dove aveva chiuso in vetta alla prima fase. Ma quella Lazio lì è andata col tempo per perdersi, fino a svanire, per restare una bella storia, per 7 mesi su 10.
Niente coppe per i biancocelesti, come al termine della stagione 2015/16, quando l’allora squadra che fu di Pioli prima e di Simone Inzaghi poi chiuse all'ottavo posto, con 54 punti, alle spalle di Milan e Sassuolo (gli emiliani si qualificarono in Europa League), rimanendo a bocca asciutta, anzi, con l’amaro in bocca. Come domenica.
Da una potenziale Champions al nulla, con l’urlo dell’Olimpico strozzato in gola.