14/11/25, 20:48
L'onda del miracolo: falegnami, pizzaioli e maestri d'asilo delle Isole Far Oer sognano i Mondiali
Le Isole Far Oer a un passo dai play-off, ma devono battere la Croazia. La forza del "part-time" e lo spirito indomito di un popolo di 55.000 persone

Questa non è solo una storia di calcio, è una storia di fede assoluta contro ogni logica. Le Isole Far Oer —meno di 55.000 abitanti, classificate al 127° posto FIFA, un nome che significa letteralmente "Isole delle Pecore"—sono nel pieno del sogno più improbabile delle qualificazioni Mondiali.
Contro ogni aspettativa, questa squadra di giocatori part-time sta cavalcando un'onda inaudita: quattro vittorie nelle ultime cinque partite del girone, incluso un clamoroso 2-1 contro la Repubblica Ceca. Mai nella loro storia avevano vinto così tanto.
Il calcolo della follia e la speranza
All'improvviso, un'utopia è diventata una remota possibilità matematica. Per accedere ai play-off di marzo, le Isole Far Oer (già a 12 punti, il loro record assoluto) devono compiere due miracoli: battere la capolista Croazia (vincitrice di cinque partite su sei) e sperare che Gibilterra, fanalino di coda e a zero punti, non perda contro la Repubblica Ceca.
Il difensore centrale Odmar Faero (36 anni, unico færøese con 50 presenze in coppe europee) incarna perfettamente questa follia: "L'idea è semplicemente quella di continuare a cavalcare l'onda, di resistere e vedere fin dove ci porta. Visti i risultati recenti, crediamo di poter andare in Croazia e ottenere tre punti."
Faero è realista ("Non credo che Gibilterra farà punti, è una causa persa"), ma la sua paura più grande è il rimpianto: "Saremmo davvero distrutti se Gibilterra dovesse ottenere un pareggio e noi non rispettassimo la nostra parte dell'accordo."
Falegnami contro stelle: l'orgoglio del part-time
A rendere l'impresa ancora più epica è l'identità della squadra che si prepara ad affrontare fuoriclasse come Luka Modrić e Joško Gvardiol.
Odmar Faero, che ha il calcio nel sangue (anche padre e nonno si chiamavano Odmar e hanno giocato in Nazionale), lavora in un negozio di mobili. Ma lo spogliatoio è un incredibile mosaico di professioni comuni: elettricisti e falegnami, maestri d'asilo (popolare tra i giovani per gli orari flessibili), il "Pizzaiolo": Arni Frederiksberg (che ha segnato il rigore contro il Montenegro) è in realtà l'amministratore delegato di un'azienda che vende alimentari all'ingrosso, incluse... le pizze. L'arrivo del tecnico, Eyoun Klakstein (ex scrittore di gialli), ha acceso la scintilla del patriottismo in un paese che non ha l'abitudine al linguaggio dei grandi tornei.
Lo spirito "Færøese": "O ce la facciamo, o moriamo"
Cos'è che spinge questi eroi del quotidiano? Faero lo riassume con orgoglio: la resilienza.
"Direi che siamo un popolo resiliente, storicamente parlando. Siamo 55.000 persone bloccate su 18 isole da qualche parte nel mezzo dell'Oceano Atlantico. Quindi, in pratica, o ve ne rendete conto da soli, o morirete." "Farlo funzionare" è il loro motto di vita. E se questo "farlo funzionare" si trasformasse in "fare un miracolo", l'improbabile sogno Mondiale diventerebbe la storia più incredibile del calcio moderno.