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Championship

10/08/25, 15:41

Il Wrexham sogna la Premier League: la favola a colpi di milioni è davvero sostenibile?

Dopo la tripla promozione, il Wrexham di Reynolds e McElhenney sbarca in Championship. Ma la sua strategia a colpi di milioni è sostenibile?

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Il Wrexham continua a navigare sull'onda di una tripla promozione, conquistata a suon di milioni e marketing hollywoodiano. Ora il club gallese si prepara ad affrontare la sua prima stagione in seconda divisione dal lontano 1981, con un sogno che sembrava impensabile: la Premier League. Ma il "miracolo" del Wrexham è un esempio di resilienza sportiva o una favola a cui è stata data una spinta a suon di milioni di dollari?

"Fare un Wrexham": da disastro a leggenda

Fino a non molto tempo fa, l'espressione "fare un Wrexham" significava essere sull'orlo del fallimento. Il club, che nel 2011 era a 12 ore dal collasso finanziario, è stato salvato dai suoi tifosi, che, con le loro stesse parole, "stavano iniziando a non amarlo più". Oggi, grazie ai co-proprietari di Hollywood Ryan Reynolds e Rob McElhenney, la frase ha un significato completamente nuovo. "Fare un Wrexham" significa trasformare un club semi-sconosciuto in un fenomeno globale, pronto a lottare per una quarta promozione consecutiva. Ma per farlo, la squadra di Phil Parkinson deve prima sopravvivere in Championship, un campionato notoriamente imprevedibile. Secondo il supercomputer di Opta, il Wrexham ha il 20.2% di possibilità di retrocedere subito in League One.

Spese folli e una strategia aggressiva

Per evitare questo scenario, Reynolds e McElhenney hanno un piano: spendere cifre importanti. A differenza del Birmingham City (di cui Tom Brady è co-proprietario) che ha vinto la League One, il Wrexham ha condotto una campagna acquisti massiccia, portando a casa otto nuovi giocatori. Il loro record di trasferimenti è stato infranto due volte e il club ha persino attinto dal mercato europeo, un'assoluta novità.

Solo qualche anno fa, il record era stato stabilito con l'acquisto di Ollie Palmer per 300.000 sterline. Ora, le cifre si sono moltiplicate: i trasferimenti del terzino sinistro dell'Empoli Liberato Cacace e del centrocampista del Nottingham Forest Lewis O'Brien sono costati milioni. A loro si aggiungono le acquisizioni di Conor Coady e Kieffer Moore, due giocatori con esperienza in Premier League e a livello internazionale. Questo livello di spesa non si era mai visto nel Galles del Nord. Non a caso, il Wrexham ha avuto il fatturato più alto di qualsiasi club che abbia mai gareggiato in League Two, e ha persino superato 11 club della Championship, secondo un'analisi di Swiss Ramble.

I rischi di un'ascesa fulminea e il saluto alle "vecchie glorie"

Tuttavia, un avvertimento è d'obbligo: la rapida ascesa del club porta con sé un grande rischio. Negli ultimi dieci anni, 15 squadre appena promosse in Championship sono retrocesse in League One nel giro di due anni. Il Wrexham ha "bruciato" le tappe, ma ora la sfida è molto più ardua. Se nelle categorie inferiori era relativamente semplice attirare giocatori "troppo forti" per il livello del campionato con stipendi superiori alla media, la stessa strategia è molto più difficile da replicare in Championship, dove i club retrocessi dalla Premier League godono di ingenti paracaduti finanziari.

Per competere, il Wrexham dovrà essere più intelligente sul mercato e, soprattutto, sacrificare il sentimentalismo. Per questo motivo, una leggenda del club come Paul Mullin (che l'anno scorso era stato addirittura scelto da Reynolds per un'apparizione in Deadpool & Wolverine) ha lasciato la squadra in prestito. Inoltre, la squadra ha un'età media alta (27.7 anni), la seconda più alta della divisione, un fattore che potrebbe pesare nel lungo e faticoso campionato.

Sabato, il Wrexham affronterà il Southampton, un club che ha trascorso 12 degli ultimi 13 anni in Premier League. Sarà una partita che metterà in scena il divario tra un club dal passato glorioso e un fenomeno calcistico recente, che sogna di diventare grande. La favola del Wrexham è ancora tutta da scrivere.