Il Tottenham spezza la maledizione: l'Europa è in mano agli Spurs

Gli Spurs battono lo United ed interrompono una maledizione continentale lunga 41 anni

Pubblicata il 22/05/2025
Il Tottenham spezza la maledizione: l'Europa è in mano agli Spurs
L'undici vincente degli Spurs, targato Postecoglou

C’è voluto un greco venuto dall’Australia al Tottenham, per spezzare una maledizione europea lunga 41 anni e per riportare un titolo nella sponda ‘White’ del nord di Londra.


C’è voluto Ante Postecoglou per far sorridere un intero popolo affamato di riscatto, dopo stagioni deludenti e incompiute, e dopo cerchi rimasti a metà, senza mai trovare il guizzo per chiuderli. E sarebbe potuto essere così anche quest’anno, almeno fino al pomeriggio del 21 maggio. Poi, la notte di Bilbao è stata tutta ad esclusiva degli Spurs.


Ai piedi della cattedrale del San Mames – priva delle protagoniste sperate e designate alla vigilia di questa Europa League, i padroni di casa dell’Athletic e i cugini della Real Sociedad –, ci ha pensato il gallese Brennan Johnson, con un gol nel finale di primo tempo che si incastra direttamente nella storia. Come le parate di Vicario e le corse di Udogie, i due azzurri che a Londra hanno avuto modo di esplodere tutto il loro talento.


Spurs con le mani sulla coppa, United ko e ad oggi gruppo senza ne capo e ne coda, al termine di una delle stagioni più umilianti di sempre per i Red Devils.


La promessa di Poste nella finale dei record (al negativo)


Il Tottenham succede così all’Atalanta e conquista la sua terza Europa League, dopo le Coppe Uefa del ‘72 e dell’84, alzando il primo trofeo dal 2008 (l’ultimo fu una coppa di lega inglese battendo all’ultimo atto il Chelsea) e accompagnerà nella prossima Champions League ben cinque connazionali: Liverpool, Arsenal e due tra City, Chelsea, Aston Villa e Nottingham Forest.


E soprattutto, Ange Postecoglu mantiene la promessa. “Di solito nella seconda stagione vinco sempre qualcosa”, aveva detto, e così è stato, anche questa volta, dopo i titoli vinti con South Melbourne, Brisbane Roar, Yokohama F. Marinos e Celtic Glasgow.


Il tutto, nella finale tra due squadre che si sono presentate col ranking più basso di sempre nella competizione. Nelle 180 giocate sinora, infatti, mai si erano affrontate due formazioni così in basso nei rispettivi campionati, Tottenham 17° e United 16°, per una somma di 33 per posizioni complessive in classifica: solo 10 posti in più del precedente record, stabilito nel 1960 tra Barcellona e Birmingham nella Coppa delle Fiere ed eguagliato nel 1988 da Bayer Leverkusen ed Espanyol.


Così, nonostante il 17esimo posto in Premier League, Tottenham riuscirà comunque l’anno prossimo a giocare in Champions League: un caso più unico che raro nella storia del calcio. Non era mai successo nella storia della competizione che si qualificasse una squadra classificata così in basso.


Da un potenziale disastro sportivo, quindi, ad un’annata indelebile, a brillare tra le stelle più luminose d’Europa. Con tanto di pass per la prossima Supercoppa Europea, in programma in estate a Udine, contro la vincente di PSG-Inter.