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20/11/25, 15:10

Il (nuovo) canto del cigno di Pep: l'eterno ritorno del City

Pep cambia pelle. Via il dogma del gioco di posizione, dentro la fluidità a-posizionale: il Manchester City torna a dominare.

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Solo un anno fa, il "gioco di posizione" era lì, saldo, quasi un dogma. Sono trascorsi poco più di dodici mesi da quando il Manchester City è sembrato mostrare, per la prima volta, la polvere sotto il tappeto di un’era irripetibile. Un’eternità, nel calcio moderno. Sembrava che l'ossessione tattica di Pep Guardiola fosse giunta al capolinea, sorpassata dalla ferocia delle transizioni veloci e dalla brutalità fisica del nuovo calcio. E invece no. Pep ha fatto quello che solo i grandi sanno fare: cambiare senza rinunciare alla sua anima.

La rivoluzione a-posizionale

Il tecnico catalano, che in carriera non si è mai accontentato di vincere alla stessa maniera, ha ammesso la sconfitta ideologica, ma solo per poter vincere ancora più forte. Il City non è tornato al vecchio 4-3-3 rigido. Anzi. Ha abbracciato un caos controllato: il Calcio A-Posizionale. Il centro del progetto è la fluidità. I calciatori non sono più legati alle catene, ma sono liberi di scambiarsi continuamente. Questo è stato reso possibile anche grazie all'ingresso in campo di un talento che sembrava destinato ad altri lidi, Rayan Cherki, e all'uso sfrontato di terzini più interni, più aggressivi, quasi mezze ali aggiunte, come Matheus Nunes e Rico O'Reilly. Il risultato? L'attacco balla tra il 4-3-3 e un velenoso 4-2-3-1, con i trequartisti (Foden, Doku, Cherki, Bernardo Silva) liberi di danzare nella zona nevralgica del campo, sfruttando i varchi aperti dall'imponente presenza di Erling Haaland.

Quando la rinuncia è coraggio

La vera mossa del Barone è però in fase di non possesso. In una scelta quasi eretica per la sua storia, Guardiola ha allentato la corda del pressing feroce. Il City ora accetta, sorprendentemente, di essere in inferiorità numerica sulla prima linea di pressione. Perché? Per un motivo semplice eppure cruciale: evitare di essere esposti in transizione. Il rischio di un contropiede fatale, quello che aveva spento l'Olimpico in passato, è ritenuto troppo alto. Si privilegia la solidità difensiva in transizione. Da risorsa a problema, la pressione alta non è più un dogma assoluto, ma uno strumento calibrato. Il cammino è ricominciato, e la stagione è appena all'inizio. Per il Manchester City, come per i grandi protagonisti delle tue storie, è il momento della verità. Il loro possibile Canto del Cigno, dato per concluso, è appena ripreso su note squillanti, a dimostrazione che il ritorno alla vittoria passa sempre e solo attraverso la capacità di reinventarsi.