21/08/25, 12:37
Esodo italiano in Premier League: risorsa o problema per Gattuso?
Tanti i calciatori italiani nel giro della Nazionale che hanno scelto di cercare fortuna in Inghilterra: cosa può significare per il CT

Riparte la Serie A e, intanto, continua il tour di Gennaro Gattuso nei ritiri delle varie squadre. Il CT della Nazionale prosegue nel suo percorso di presentazione a club, allenatori e calciatori ma, allo stesso tempo, deve fare i conti con alcune importanti assenze: quelle dei tanti calciatori impegnati fuori confine e, in particolare, in Premier League.
Crescita o boomerang?
Sembra facile immaginare questo scenario come un evidente vantaggio per la Nazionale. Poco importa se il Commissario Tecnico non può far visita ai suoi calciatori una volta all’anno o se deve faticare di più per andarli a vedere dal vivo, in tribuna. A maggior ragione se il campionato in questione è quello inglese, indubbiamente il più competitivo in cui un calciatore possa giocare oggi. Ma la Premier League, paradossalmente, rischia di essere anche un’arma a doppio taglio per l’Italia e soprattutto per la sua generazione futura.
Monopolio difesa
Un segnale forte, in tal senso, arriva dalla difesa. Dove Calafiori ha giocato e deciso con un gol la sfida tra il suo Arsenal e il Manchester United proprio sotto gli occhi di Gattuso. Ma l’ex Bologna non ha bisogno di presentazioni o di troppe valutazioni: se sta bene, il posto in Azzurro è assicurato. Diverso il discorso per altri potenziali convocabili. Come per esempio Michael Kayode, in campo per tutta la gara con il Brentford, e Caleb Okoli, a sua volta protagonista ma in Championship con il Leicester. Ma la Premier League ha anche altri tre interpreti del pacchetto arretrato Azzurro: da Destiny Udogie, fuori dai convocati del Tottenham perché al momento infortunato, fino a Diego Coppola, rimasto in panchina col Brighton, e soprattutto Giovanni Leoni, appena prelevato dal Liverpool. Senza dimenticare poi anche il discorso portieri, con Vicario titolare negli Spurs e con Donnarumma che sembra sempre più vicino a sposare il progetto Manchester City.
Il caso Leoni
Evidente come, soprattutto ai più giovani, serva continuità in campo per crescere. Magari misurandosi con i migliori attaccanti del mondo, come può accadere proprio in Premier League. E da qui l’arma a doppio taglio: nel giro di un anno, ammesso che l’Italia riesca a centrare il Mondiale, Gattuso potrebbe ritrovarsi con giocatori pronti e più esperti o con giovani che non hanno mai visto il campo. Leoni, in tal senso, è l’esempio perfetto: il futuro sembra brillante davanti all’ex Parma, che però per il momento potrà solo imparare in allenamento da giocatori come van Dijk e Konaté, entrambi avanti nelle gerarchie.
Gli altri
Oltre a difensori e portieri, poi, non mancano altri italiani oggi impegnati in Premier League e chi più e chi meno in cerca di un posto in Nazionale. Quello che salvo sorprese avrà Sandro Tonali, titolare indiscusso al Newcastle. E quello che cerca per esempio Federico Chiesa, reduce sì da un gol decisivo ma ancora costretto a scalare le gerarchie di Slot. Senza dimenticare poi chi per ora un posto in Azzurro può solo immaginarlo, come Gnonto e Koleosho, il primo con 67 minuti giocati nel Leeds e il scodo in panchina col Burnley. Non il modo migliore per fare esperienza, al netto del campionato.