Logo
Europa Conference League

24/07/25, 16:08

Crystal Palace ricorre al TAS per la retrocessione in Conference League: "Decisione ingiusta"

Crystal Palace in rivolta: ricorso al TAS contro la UEFA e la retrocessione in Conference League per le regole sulle multiproprietà. La battaglia è aperta.

Immagine notizia

Il Crystal Palace non si arrende e alza la voce! Il club londinese ha presentato un ricorso ufficiale al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) contro la sua demotion dalla UEFA Europa League alla Conference League. Una mossa decisa, che vede il Palace schierarsi contro la UEFA (che ha emesso la sanzione), il club francese del Lione e i rivali di Premier League, il Nottingham Forest.

Il "problema" della multiproprietà e la lotta per la giustizia

La punizione inflitta alle Eagles deriva da una presunta violazione delle norme sulla multiproprietà. L'uomo d'affari americano John Textor detiene infatti una quota del Crystal Palace ed è il proprietario di maggioranza dell'Olympique Lione, anch'esso qualificato per l'Europa League. Le regole dell'organo di governo del calcio europeo sono chiare: club posseduti, oltre una certa soglia di influenza, dalla stessa persona o entità non possono competere nella stessa competizione europea.

In caso la sanzione dovesse essere confermata, il Nottingham Forest, che ha chiuso al settimo posto in Premier League la scorsa stagione, prenderebbe il posto del Crystal Palace in Europa League.

Nel suo ricorso, il Palace ha chiesto l'annullamento della decisione dell'organo di controllo finanziario della UEFA e la riammissione in Europa League al posto del Forest o del Lione. La decisione è attesa entro e non oltre l'11 agosto, una settimana prima del sorteggio dei playoff di Conference League (previsti per il 21 e 28 agosto), mentre la fase a gironi di Europa League inizierà il 24 settembre.

La difesa del Palace: "Nessuna influenza decisiva"

Il regolamento UEFA fissava al 1° marzo 2025 la scadenza per dimostrare la ristrutturazione delle multiproprietà, un termine che il Palace ha mancato. Tuttavia, il club ha sostenuto che Textor non esercita alcuna "influenza decisiva" sul club, un'argomentazione che la UEFA non ha accettato.

Il presidente del Palace, Steve Parish, la scorsa settimana, durante il podcast "The Rest is Football", si è detto "molto fiducioso" che la decisione verrà ribaltata. "Non crediamo affatto che questa sia la decisione giusta," ha affermato Parish. "Sappiamo, inequivocabilmente, che John [Textor] non ha avuto un'influenza decisiva sul club. Sappiamo di averlo dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio, perché è un dato di fatto."

La questione della multiproprietà e la sua interpretazione sono al centro del dibattito. Le norme UEFA mirano a prevenire la collusione e a garantire l'integrità sportiva. Il regolamento del massimo organo calcistico europeo impone a un club di dimostrare di non essere "contemporaneamente coinvolto in qualsiasi capacità nella gestione, amministrazione e/o performance sportiva di più di un club che partecipa a una competizione per club UEFA".

Eagle Football di Textor possiede una quota del 43% nel Palace e del 77% nel Lione, ma il club di Premier League ha sempre sostenuto di operare in totale autonomia. A giugno, il Forest aveva chiesto chiarimenti alla UEFA sulla posizione del Palace, con la consapevolezza che avrebbe potuto beneficiarne. Il proprietario del Forest, Evangelos Marinakis (che controlla anche l'Olympiakos in Grecia), aveva evitato problemi simili diluendo il suo controllo sul club di Premier League.

Anche Textor aveva fatto passi simili per aiutare le prospettive europee del Palace, accettando di vendere la sua quota del 43% al proprietario dei New York Jets, Woody Johnson, a giugno, ma l'accordo non è ancora stato completato. Successivamente, Textor si è anche dimesso dalla sua posizione di leadership al Lione.

La battaglia legale è aperta, e il Crystal Palace è determinato a lottare per quello che considera il suo "giusto posto" in Europa.