Logo

03/09/25, 15:41

Calciatore transgender vince la causa: è una svolta epocale

La vittoria in tribunale di Riley Dennis è un passo storico per i diritti delle persone trans nello sport

Immagine notizia

Una vittoria in tribunale che fa la storia. La calciatrice transgender Riley Dennis ha vinto una causa per diffamazione contro la militante anti-trans Kirralie Smith, che aveva condotto una campagna d'odio sui social media per escluderla dal calcio femminile. Una sentenza che rappresenta un importante precedente e una luce di speranza per la comunità LGBTQI+.

La campagna d'odio

Nel 2023, Kirralie Smith ha lanciato una campagna sui social media per impedire alle persone transgender di giocare a calcio. Il suo obiettivo principale era proprio Riley Dennis, all'epoca giocatrice semi-professionista. La Smith ha pubblicato post su Facebook in cui sosteneva che "un uomo che si è appropriato della femminilità" aveva ferito due giocatrici, costringendole a un ricovero in ospedale.

Queste affermazioni, che si sono diffuse a livello internazionale, hanno scatenato una valanga di minacce e attacchi online, spingendo gli uomini a presentarsi alle partite per filmare e molestare Riley. "All'improvviso ho avuto la sensazione che ci fossero mille occhi puntati su di me," ha raccontato Riley, "ogni mia mossa sarebbe stata esaminata attentamente."

La sentenza del tribunale

Nonostante la campagna mediatica, la verità è emersa in tribunale. La signora Smith ha ammesso di non avere prove che Riley avesse ferito qualcuno, né di aver mai ricevuto un cartellino rosso o una squalifica per i suoi presunti falli. La sua difesa, secondo cui i suoi post erano un valido commento politico, è stata respinta dal magistrato in una sentenza di 52 pagine, che ha definito i suoi post "sproporzionati" e privi di "buona fede".

Il magistrato ha anche sottolineato l'atteggiamento sprezzante della Smith, che si è rifiutata di usare i pronomi preferiti di Riley e ha minimizzato l'impatto delle sue azioni. Di conseguenza, la corte ha ritenuto che i post fossero "in grado di incitare grave disprezzo" e di "gravemente ridicolizzare" la signora Dennis.

La voce di Riley

Per Riley Dennis, ricorrere al tribunale è stata l'ultima risorsa. Inizialmente, aveva pensato di ignorare tutto, ma ha capito che il silenzio avrebbe solo incoraggiato altre persone a prendere di mira la sua comunità. "Sapevo che se non mi fossi fatta valere, avrebbero continuato a prendere di mira altre persone queer e trans che cercavano solo di giocare a calcio", ha dichiarato.

Nonostante la vittoria legale, la campagna d'odio ha avuto conseguenze devastanti sulla sua carriera. Dopo la polemica, a Riley non è stato più offerto un posto in nessuna squadra della stessa lega. "Non c'era una vera e propria spiegazione", ha detto. "Le squadre sapevano che se fossi stato ingaggiato, avrei ricevuto un'attenzione negativa e avrei fatto una dichiarazione politica".

Lo sport e la discriminazione

Il caso di Riley Dennis ha acceso i riflettori su un dibattito globale. Dagli Stati Uniti al Regno Unito, le atlete trans sono al centro di proteste e divieti. Ma come sottolinea Riley, l'attenzione mediatica è spesso distorta: "Quando i giocatori transgender perdono ogni fine settimana o non rendono bene, a nessuno importa."

Intanto, Riley è tornata a giocare con la sua squadra, i Flying Bats, ma ha continuato a essere presa di mira, così come le sue compagne di squadra. L'ex giornalista della ABC, Sam Lewis, ha raccontato di essere stata filmata e erroneamente identificata come trans online. Ha anche denunciato il mancato supporto di Football Australia, che si è rifiutata di rilasciare una dichiarazione pubblica di sostegno.

La sentenza del tribunale è un passo avanti, ma la battaglia per l'inclusione è ancora lunga. "Non sto cercando di essere una dichiarazione politica," ha concluso Riley. "Voglio solo giocare a calcio." La corte si esprimerà in futuro sui risarcimenti e sulle misure che la Smith dovrà rispettare, ma per ora, la vittoria di Riley è un segnale di speranza che la giustizia può ancora prevalere sull'odio.